Cosa sono le Comunità di pratica
L’espressione si riferisce alla caratteristica peculiare su cui ruota il coinvolgimento dei partecipanti. Infatti, Etienne Wenger nel suo studio condotto nel 2006, constata che gli utenti uniti da un’infinita gamma di interessi e passioni, come ad esempio un brand, danno vita a gruppi spontanei on line, nei quali interagiscono tra loro attivando processi di problem solving. Emerge, inoltre, che il mancato rispetto delle regole formali o informali, tacite od esplicite – la cosiddetta netiquette – che regolano la community, porta all’isolamento dell’utente che le abbia infrante.
Caratteristiche distintive
Le comunità di pratica hanno la capacita’ di stimolare la partecipazione e la condivisione della conoscenza. Pierre Levy[1994] evidenziava che la conoscenza assoluta non potesse essere appannaggio di un singolo individuo, ma la si potesse raggiungere solo tramite l’unione delle conoscenze dei singoli individui. Dal punto di vista della progettazione organizzativa, Scotti e Sica[2010] individuano gli elementi fondanti della comunità di pratica, che sono << reti collaborative tra pari; condotte dalla partecipazione volontaria dei membri; focalizzate sull’apprendimento e sulla costruzione di capacità; impegnate nella condivisione della conoscenza, nello sviluppo di esperienze, nella soluzione di problemi >>.

Evoluzione della progettazione organizzativa
Il Social Enterprise model è il risultato del processo evolutivo della progettazione organizzativa nell’era del digitale. La predisposizione degli asset strategici e le dinamiche intrinseche dei processi di produzione dei eventi di poker dal vivo, permettono di sfruttare al meglio il potenziale massimo che i modelli Social Enterprise possono offrire nello sviluppo delle strategie di digital marketing.


